L’alcol nella nostra Storia
Nelle civiltà antiche, inoltre, l’alcol era considerato una fonte di calorie, e quindi di vero e proprio nutrimento. La birra, per esempio, fornisce elementi di importanza vitale, come i sali minerali e le vitamine. La distillazione, quale procedimento che concentra e circoscrive la quantità di etanolo nelle bevande, mise in risalto quali fossero gli effetti di un eccessivo dosaggio di alcol. Durante gli anni oscuri del Medioevo, l’alcol veniva usato nella preparazione di alcuni medicinali, e somministrato agli ammalati di peste, per lenire la sofferenza e dare loro una sensazione- seppure momentanea- di benessere. All’alcol si attribuivano addirittura poteri magici di guarigione.
Dal 1400 in poi- periodo storico in cui si diffusero i processi di urbanizzazione e crescita dell’economia- un maggiore livello di ricchezza in generale favorì il consumo di alcol. La Chiesa cattolica- che pure interveniva in modo diretto su molteplici questioni “sociali”- non prese mai posizione contro il consumo di alcol, ed anche la Riforma tacque su questo argomento. Censura e proibizionismo intervennero più tardi, nel XVII° secolo, intrecciandosi a pratiche religiose, sistemi politici e strutture della società. In questo secolo fu scoperta in Occidente la “bollitura dell’acqua”, procedimento che serve a debellare le scorie e i veleni presenti nell’acqua. In Oriente la bollitura era già conosciuta e praticata 5000 anni fa. Il consumo progressivo di caffè e tè andò a ridurre di conseguenza quello delle bevande a base di alcol.
Nel 1800 l’industrializzazione comportò un aumento vertiginoso degli abitanti nelle grandi città. . L’introduzione progressiva di sistemi di depurazione dell’acqua corrente portò ad eliminare le bevande alcoliche dall’uso quotidiano, e a relegarle piuttosto in momenti particolari.